Nemmeno a farlo apposta, oggi è l’anniversario di quella pesante provocazione ai sindacati che Luigi Di Maio lanciò non appena ottenuta l’investitura di candidato premier del Movimento 5 Stelle. Era il 30 settembre 2017 e le parole di Di Maio – “Il sindacato o si riforma o lo riformiamo noi al governo” – suonarono quasi “eversive” per il mondo sindacale, perché andavano a scheggiare non soltanto l’autonomia del sindacato ma anche i suoi meccanismi di autoregolazione inscritti nello spirito della Costituzione. Susanna Camusso aveva risposto a quelle espressioni a muso duro definendo l’attuale ministro “analfabeta della Costituzione”.
Toni bellici che si agganciavano ad una potente retorica antisindacale sui presunti privilegi della cosiddetta “casta sindacale” e ai toni ben più espliciti di Beppe Grillo che, già nel 2013, aveva minacciato l’eliminazione dei sindacati.
Ad un anno esatto da quelle parole, oggi, al ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico, di Maio ha ricevuto per la prima volta Cgil, Cisl e Uil, dopo aver incontrato, lunedì scorso, i vertici delle categorie dei metalmeccanici. Un incontro proficuo, quello di lunedì scorso, secondo Francesca Re David, segretaria generale della Fiom che, all’uscita dal Mise aveva dichiarato: “Di Maio si è impegnato a garantire continuità ai programmi in corso di riorganizzazione e ai contratti di solidarietà con un intervento entro il mese di ottobre, prima della legge finanziaria. Il ministro si è reso disponibile ad avviare un tavolo di confronto sulle politiche industriali nei vari settori produttivi”.
E proficuo, a quanto pare, anche l’incontro di oggi, principalmente dedicato al rifinanziamento degli ammortizzatori (qui il resoconto di Rassegna Sindacale). Un confronto definito positivo da Tania Scacchetti della segreteria nazionale: “Un incontro importante, durante il quale abbiamo ricevuto buone rassicurazioni sul rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, sul sostegno alle politiche attive e sulla possibilità di proseguire la discussione con un tavolo tecnico.” Toni distesi anche dalla Cisl: “Rilevante e positiva l’apertura del tavolo al ministero del Lavoro sugli ammortizzatori sociali e le politiche attive”, ha commentato il segretario generale aggiunto, Luigi Sbarra Durante l’incontro si è parlato anche di reddito di cittadinanza. Di Maio ha assicurato che non sarà una misura in competizione con gli ammortizzatori sociali.
A riprova del clima di feeling che si respira tra Di Maio e le organizzazioni sindacali, anche il discorso pronunciato dal ministro davanti alla platea dei delegati dell’assemblea nazionale dei metalmeccanici della Uil: “Io credo nella concertazione e ho sempre cercato di coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori. Non si finisce mai di combattere per i diritti, avete un ministro del Lavoro molto sensibile ai diritti“.
Fino a qui tutto bene, come nell’incipit dell’Odio di Kassovitz. Vedremo se questa pace è destinata a durare perché “l’importante non è la caduta ma l’atterraggio”.
Fortebraccio