Questo blog guarda da sempre con interesse alla battaglia dei rider per ottenere migliori condizioni di lavoro. Ieri, i ciclofattorini di Glovo, a Bologna, hanno iniziato, come riporta la pagina Facebook di Union Riders Bologna, lo “sciopero contro il cottimo e l’abbassamento delle paghe”, annunciando che “la lotta non si fermerà sino a quando non ci saranno salari degni, assicurazione contro gli infortuni e tutti gli altri diritti che chiediamo da troppo tempo”.
Attenzione, fanno benissimo i rider a protestare e scioperare, anzi andrebbero sostenuti anche dai cittadini e dai consumatori. Ma la loro lotta, proprio per la natura e il livello delle attuali rivendicazioni delle organizzazioni di base dei ciclofattorini, rischia di essere di retroguardia, perché si muove dentro la logica, caldeggiata dalle piattaforme digitali, dell’attribuzione della natura autonoma ad un lavoro che, nei fatti, è dipendente. E oggi più di ieri. Sì, perché proprio ieri, a Firenze, è stato siglato, tra le organizzazioni sindacali e l’azienda “Laconsegna“, un accordo pilota che non solo riconosce la natura subordinata del rapporto di lavoro ma la riconduce al contratto nazionale della Logistica.
Un accordo, dunque, molto più avanzato della semplice richiesta di superamento del cottimo o del riconoscimento di un’assicurazione, perché prevede tutti i diritti che fanno capo al lavoro dipendente, compresi i livelli retributivi, le ferie, la malattia, la tredicesima, il Tfr e potremmo continuare. E oltretutto, con un contratto nazionale di tutto rispetto. E dunque, alla radicalità della lotta andrebbe coniugata la radicalità delle rivendicazioni, e cioè l’estensione del contratto nazionale a tutti i rider.
Fortebraccio
francamente, un abbaglio. Si sa che la via contrattuale, in assenza del riconoscimento legislativo ( o giurisprudenziale, e l’Italia è l’unico Paese in cui questo manchi) della subordinazione, non garantisce? Mi sa che lo si ignori
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