Erano stati reintegrati, da una sentenza dei giudici, nel loro luogo di lavoro, il sito Fastweb di Milano. I giudici, infatti, avevano ritenuto la scelta della compagnia di telecomunicazioni di cedere un ramo d’azienda a Visiant Next, di cui Fastweb è unica committente, come una “esternalizzazione mascherata”. i lavoratori avevano fatto ricorso e due anni dopo è arrivata la sentenza che stabilisce la reintegra per 72 lavoratori. Ma Fastweb che fa? Li riprende in azienda ma li trasferisce. E dove? A Bari, a oltre mille chilometri di distanza. Per il sindacato, la Slc Cgil di Milano “la scelta dell’azienda è chiaramente ritorsiva”. E in effetti, come definirla, visto che se da una parte l’azienda reintegra i lavoratori, dall’altra crea le condizioni perché vadano via da soli, rifiutando “l’esilio”. Un modo originale (ma non troppo) per eludere la decisione dei giudici. Una decisione che per Domenico Amico, delegato della Slc-Cgil, coinvolto nel maxi-trasferimento a Bari – “si è trasformato in una vera e propria minaccia, quella di lasciare le città dove hanno lavorato negli ultimi 7 anni, comprato casa e messo su famiglia, per trasferirsi altrove”. Un trasferimento che per Amico ha come obiettivo di spingere i lavoratori “a rassegnare le dimissioni”.
Fortebraccio News