Alla fine la risposta c’è stata. Un messaggio forte, potente, inequivocabile al governo e alle imprese. Recapitato dagli operai, da quelli che stringono i bulloni di quest’Italia sgangheratissima, come scrive Giorgio Sbordoni in un bel post pubblicato ieri su questo blog. Un segnale arrivato dalle piazze stracolme di Napoli, Firenze e Milano dove hanno sfilato decine di migliaia di metalmeccanici, ma soprattutto dalle fabbriche dove l’adesione allo sciopero ha toccato, come nel caso del Gruppo Falck e della Whirlpool, punte del 100%. Alla Leonardo 9 lavoratori su 10 hanno scioperato. E così pure alla Lamborghini, alla Bredamenarini, alla Toyota, all’Electrolux. Il segnale è chiaro: l’Italia va a rotoli, le aziende chiudono o delocalizzano, le crisi aziendali sul tavolo del ministero sono ormai centinaia e si rischia la perdita di oltre 200.000 posti di lavoro: occorre cambiare rotta, rilanciare gli investimenti, garantire l’occupazione, migliorare le condizioni e i salari di chi lavora.
Grande soddisfazione in casa Fiom: “La consapevolezza forte e democratica delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici – ha detto Francesca Re David, segretaria generale dei metalmeccanici Cgil, dalla piazza di Napoli – sono speranza per cambiare le cose. Bellissima giornata di sciopero e manifestazioni. Noi ci siamo!”
Dello stesso tenore il commento di Maurizio Landini: “Una grandissima giornata – ha detto il segretario generale della Cgil – lo sciopero è riuscito, le piazze sono piene, anche i metalmeccanici chiedono di cambiare, così come hanno fatto nelle settimane scorse, i lavoratori pubblici, gli edili, i pensionati, i lavoratori multiservizi, del commercio, i lavoratori agricoli”. Una lunga campagna di mobilitazione iniziata il 9 febbraio, con la manifestazione di piazza San Giovanni e che proseguirà il prossimo 22 giugno a Reggio Calabria dove Cgil, Cisl e Uil hanno dato appuntamento per una grande manifestazione che pone il tema della ripartenza del Paese, a partire dal Sud.
Fortebraccio News