Lo stupore e l’amarezza di Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom, di fronte alle reazioni sul caso Sea Watch3 sui social: “Siamo ogni giorno, notte e giorno, davanti e dentro le fabbriche a contrattare – scrive il sindacalista – a scioperare, fare accordi per difendere, creare e migliorare le condizioni di lavoro. Siamo ogni giorno, notte e giorno, impegnati per difendere la vita di chi lavora. Poi vi vedo e vi leggo e non riesco a crederci”.
“Non riesco a credere – continua il dirigente Fiom – che pensiate davvero che solidarizzare con chi per non morire deve migrare significhi “non occuparsi dei lavoratori italiani”.
Non riesco a credere che pensiate davvero che se lasciassimo morire in mare uomini, donne e bambini vivremmo meglio perché sparirebbero disoccupazione, aumenterebbero i salari, pagheremmo meno tasse e avremmo scuole e sanità che funzionano.
Non ci credo che possiate credere che muri, porti chiusi e uno che chiama una ragazza “sbruffoncella mi ha rotto le palle” e fa il ministro in questo Paese vi possa davvero rappresentare.
No, non ci credo.
Non ci credo perché vi conosco e so che le immagini di un bambino con la maglietta rossa riverso sul bagnasciuga esanime con la bambina abbracciata al padre senza vita o quella pagella in fondo al mare sono il vostro è il mio turbamento. La vostra e la mia inquietudine che tormenta ogni secondo della mia giornata.
Ci battiamo per il lavoro, i diritti, una società, un mondo diverso. Loro emigrano perché povertà, cambiamento climatici e guerre sono le tempeste scatenate dalla contemporaneità che abbiamo costruito.
Guardiamoci in faccia: loro cercano la stessa cosa che cerchiamo noi. Vivere con dignità.
I “nemici”, cercateli altrove. Li troverete – conclude De Palma – non su un barcone ma viaggiano su jet privati o di stato. Amen.”
Fortebraccio News