Il conto alla rovescia è iniziato. Mancano dieci giorni per scongiurare il licenziamento di 1600 lavoratori del call center Almaviva Contact di Palermo, la metà di quelli attualmente in forze nel sito palermitano. Se entro l’otto settembre non si riuscirà a raggiungere un accordo, Almaviva aprirà la procedura di licenziamento collettivo, così come già fatto con la sede di Roma, nel 2016, lasciando a casa 1.660 persone.
A fine luglio, il tavolo convocato al ministero dello Sviluppo Economico, si è concluso con un nulla di fatto: i sindacati hanno chiesto la cassa integrazione, ma la società ha alzato un muro sostenendo che la crisi sarebbe sistemica e non è più possibile continuare con gli ammortizzatori sociali. I sindacati hanno chiesto di usare anche il fondo di integrazione salariale, circa 20 milioni di euro stanziati per il 2019, per evitare i licenziamenti ma la società non ha intenzione di allungare per altri mesi il contratto dei 1.600 lavoratori.
La crisi è sistemica, dice Almaviva. Tanto sistemica che nel frattempo, però, continua a delocalizzare a più non posso, soprattutto in Romania. E mentre continua a licenziare, l’azienda si espande, il suo fatturato cresce, come pure crescono le gare milionarie vinte.
In tutto questo, la crisi di governo ha aggravato la situazione. La speranza è che si arrivi presto alla formazione del nuovo governo e che si possa riaprire rapidamente il tavolo al ministero.
Fortebraccio News