Un migliaio di donne, sindacaliste, delegate, lavoratrici, provenienti da tutta Italia, si sono ritrovate stamattina al teatro Brancaccio di Roma per fare il punto sulla condizione femminile nel lavoro e nella società, a partire dal perdurante svantaggio contrattuale e retributivo in cui lavorano le donne, e dalle “acrobazie” che devono mettere in atto per “conciliare” i tempi di vita, di cura e di lavoro.
E’ il secondo appuntamento nazionale, dopo quello che si è tenuto un anno fa – col titolo di “Belle Ciao – in cui la Cgil, attraverso la responsabile delle politiche di genere, Susanna Camusso, prova a connettere e a mettere a frutto le tante esperienze di contrattazione e di lotta, che si sviluppano nei luoghi di lavoro e nella società. Non a caso, nell’assemblea di oggi, che è stata aperta ricordando la tragedia di ieri a Trieste – le vere protagoniste sono state le delegate dei luoghi di lavoro che si sono alternate sul palco con i loro interventi. Ad aprire i lavori è stata Susanna Camusso che in un appassionato intervento (potete ascoltarlo qui) ha sottolineato quanto ancora siamo lontani da una vera e propria parità di genere, a partire dal divario salariale tra uomini e donne. Da qui, l’esigenza di “contrattare per cambiare”, che è poi il titolo dell’iniziativa di oggi. Il mondo del lavoro – è il ragionamento – è ancora troppo poco a misura di donna nelle retribuzioni, nelle carriere, nei tempi e nell’organizzazione del lavoro. Ma è soprattutto sul tema della precarietà, soprattutto femminile, che Susanna Camusso ha puntato il dito, perché “quando si parla di denatalità – ha detto – come a volerci colpevolizzare, il tema vero è che occorre capire le cause della denatalità e la precarietà è quella principale, la precarietà è uno straordinario contraccettivo”.
A concludere i lavori, il segretario generale Maurizio Landini. Qui l’intervento.
Fortebraccio News