Altro che “establishment”, come dice Luigi Di Maio per definire chi sostiene il No al referendum. Il Fronte del No è animato da movimenti, associazioni e cittadini che da sempre perseguono l’obiettivo della salvaguardia della Costituzione, continuamente messa in discussione dalle maggioranze di turno, spesso per calcolo elettorale o per ottenere facile consenso. Associazione come l’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia, che ha tra i principi costitutivi proprio la difesa della Costituzione. E così come già fatto con il referendum renziano del 2016, che prevedeva anch’esso un taglio del Parlamento, anche in occasione del referendum del 20-21 settembre, l’Anpi si schiera coerentemente per il No: “L’antipolitica, l’odio per il Parlamento e soprattutto la mancanza di rispetto per ogni minoranza – dice Carla Nespolo, presidente dell’Anpi a Repubblica – consegnerebbero il Paese e la stessa elezione del Presidente della Repubblica nelle mani di pochi oligarchi. Loro sì, la vera casta. Non è per questo che hanno combattuto i partigiani. “La nostra decisione a favore del NO“, aggiunge, “è in coerenza col sostanziale rispetto del carattere antifascista della nostra Costituzione che ha il proprio cardine nel diritto del popolo a decidere del proprio futuro“.
Fortebraccio News
Anche su questa vicenda di fondamentale importanza per la democrazia,i maneggi di una politica degenerata in elettoralismo.Il PD sbaglia sul SI e non capisco perché si ostina a mantenere questa posizione mentre 5stelle e IV hanno disatteso gli accordi sulla modifica dei regolamenti e una nuova legge elettorale che ne erano condizioni assolute. A queste condizioni voterò NO.
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